Una breve riflessione sull’olocausto

È trascorso qualche giorno dalla giornata della memoria. Ho sempre cercato di raccontare ai miei alunni cosa fosse accaduto perché ho sempre creduto che ricordare i fatti atroci dell’Olocausto, avrebbe permesso di non ripetere più gli stessi errori. Sono rimasta molto colpita da ciò che mi ha detto un mio alunno di prima elementare.

Pensava che a causare tutto quel dolore fossero stati i mostri. Lui li immaginava come delle strane creature, magari con tratti di “ anormalità”. È rimasto senza parole quando invece si è reso conto che quei mostri erano assolutamente persone normali, comuni.

Ho cercato di riflettere insieme a lui e alla classe su quanto in realtà il male possa essere banale attraverso le parole della Arendt che trovo illuminante:

Il processo ad Eichmann diede occasione a molti di riflettere sulla natura umana e dei movimenti del presente. Eichmann tutto era fuorché anormale: era questa la sua dote più spaventosa. Sarebbe stato meno temibile un mostro inumano, perché proprio in quanto tale rendeva difficile identificarvisi. Ma quel che diceva Eichmann e il modo in cui lo diceva, non faceva altro che tracciare il quadro di una persona che sarebbe potuta essere chiunque: chiunque poteva essere Eichmann, sarebbe bastato essere senza consapevolezza, come lui. Prima ancora che poco intelligente, egli non aveva idee proprie e non si rendeva conto di quel che stava facendo. Era semplicemente una persona completamente calata nella realtà che aveva davanti: lavorare, cercare una promozione, riordinare numeri sulle statistiche, ecc…
Più che l’intelligenza gli mancava la capacità di porsi il problema delle conseguenze e degli impatti delle proprie azioni.

Ricordiamo perché non accada più, ricordiamo e istruiamo perché i bambini di oggi siamo adulti migliori di noi un domani.

Pubblicità

4 pensieri su “Una breve riflessione sull’olocausto

  1. Attenzione però, c’è questa mania di voler distinguere “normale” e “anormale”; il problema è. Normale/anormale rispetto a cosa? A chi? Noi parliamo da persone che non possono essere più “diverse” una dall’altra negli orientamenti sessuali, nel genere, nelle condizioni di disabilità/salute, eppure proviamo l’uno per l’altra un’amicizia solidissima. Per cui a scuola, il discorso sul “cosa vuol dire normalità” bisognerebbe farlo, indurre le persone fin da subito a riflettere sul fatto che la “normalità” è un concetto di comodo, un guscio su cui ci si rifugia per sentirci qualcuno, ma alla fine non esiste. L’olocausto non nasce dai “mostri”, nasce dalla convinzione -portata all’estremo- che alcune persone siano superiori, o inferiori, ad altre; sarebbe opportuno invece che oltre a ricordare quanto accaduto, le scuole comincino anche a studiare i motivi e il contesto per cui tutta questa serie di tragici eventi abbia avuto luogo. Riflettere sul fatto che quando c’è instabilità, l’essere umano tende a odiare chi non risponde a certi canoni. Per cui “l’omosessuale corrompe”, “il disabile toglie soldi allo stato”, “il povero crea problemi”, e avanti di questo passo. Allora si finisce per sdoganare l’odio. Così basta poco, basta il primo estremista che promette la luna, e va su in politica parlando all’emotività delle persone. Dopodiché, passare dall’esclusione/emarginazione a mettere qualcuno a morte, il passaggio non è poi così difficile.

      • Noi non mettiamo assolutamente lingua sul lavoro che fate voi insegnanti, quando abbiamo l’occasione però teniamo a lasciare spunti di discussione perché, purtroppo, quando certe situazioni non si vivono, si tende a usare senza volerlo concetti sbagliati e instillare stereotipi nei ragazzi perché, semplicemente, li hanno inculcati a noi e li riteniamo… normali. Ovviamente nessuno si augura una replica dell’olocausto ma siamo noi persone di oggi a dover fare la nostra parte, anche in piccolo, perché filosofie vicine ai regimi non prendano radice a casa nostra.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...