Carissimi amici e lontani, condivido con voi il mio diario di viaggio. Sono pensieri sparsi della mia vacanza in Sila, un luogo nel quale non vedo l’ora di tornare.
I preparativi

Fai, che ogni azione comporta nuovi percorsi e nuovi percorsi comportano crescita e crescita comporta nuove possibilità. Tutto inizia da qualcosa o da qualcuno.
O. Travino, Sette secondi
Se qualche mese fa mi avesero detto che avrei recuerato i miei scarponi da trekking e i pantaloni Quechua, probabilmente non ci avrei creduto. Sono trascorsi tre anni dall’ultima volta che io e Paolo abbiamo progettato un viaggio naturalistico con la nostra piccola Cristina. Il covid, i vaccini, la pandemia, la diagnosi della malattia avevano spento qualsiasi entusiasmo non solo nell’organizzare un viaggio di questo genere ma nella gestione della vita quotidiana. I problemi chiaramente non scompaiono con una vacanza ma indubbiamente cambiare aria e riprendere da dove si era lasciato è un buon proposito che non posso lasciare andare.
Mancano due giorni a questo viaggio, on the road, all’avventura e non vedo l’ora di prendere lo zaino in spalla, il cappello e le mie scarpe.
Il viaggio

Avere occhi nuovi per guardare le stesse cose e comprendere che è proprio nella novità dello sguardo la scoperta di una qualità diversa della vita.
L. Epicoco, la scelta di Enea
Ci siamo! È arrivato il grande giorno! Oggi partiremo di Palermo in direzione di Bagnara Calabra.
Dopo qualche ora di macchina, eccoci arrivati.
Abbiamo scelto di spezzare la tappa per non arrivare troppo stanchi in Sila e per potervi godere a pieno ogni momento. Veniamo accolti da silenzio ed un’atmosfera bucolica. L’animo stanco comincia a distendersi. Abbiamo scelto di trascorrere la prima notte in un residence circondato dagli ulivi. Siamo praticamente in collina.



Bagnara, a parte il lungomare, il monumento a Mia Martini, offre degli scorci molto interessanti.

Bagnara- Lorica 2° giorno
Ci mettiamo in macchina di buon mattino. Non abbiamo intenzione di perdere neanche un minuto.
L’ultima volta che sono stata in Sila è stato con i miei genitori e mia sorella. Avrò avuto sette anni. Erano i tempi in cui si partiva per le cure termali. Quasi ogni anno mio padre insisteva per fare un giro in Sila combattendo contro la ritrosìa di mia madre che amava il mare. Adesso che sono adulta, capisco cosa cercasse mio padre. C’è un’atmosfera speciale in montagna. Fare questo viaggio , in qualche modo, mi fa sentire la sua presenza. Sono certa che se fosse ancora vivo, sarebbe stato orgoglioso.
Dopo due ore e mezzo, arriviamo a Lorica. Veniamo accolti da 12 gradi e una pioggia battente. Gli alberi e il bosco mi ricordano la foresta nera. In un modo che non so spiegare, mi sento a casa, il cuore ritrova la speranza.



3 giorno- Lorica
Respira, sei in Sila.
Abbiamo trovato un alloggio molto confortevole di fronte il fiume Arvo. Le pareti sono rivestite di Pino laricio. Tutto intorno c’è un profumo coinvolgente e rigenerante.
Appena svegli, andiamo ad esplorare Lorica, una località che sinceramente non conoscevo prima d’ora. Siamo a 1314 metri sul livello del mare. Tutt’intorno c’è il lago Arvo con i suoi alberi di pino. Il lago artificiale, è incastonato come una gemma preziosa fra San Donato e Montenero,le vette più alte della Sila grande.
Mi sono innamorata di questo lago all’istante, è un posto incantevole da esplorare grazie ai sentieri del bosco, è un luogo dove fermarsi a meditare e pregare all’imbrunire. Tutto brulica di vita non solo dal punto di vista faunistico ma anche umano. Decidiamo di fare un giro in battello per avere un’idea del territorio. Il battello, in effetti, permette, di poter scorgere dei particolari che dalla riva è impossibile notare come la presenza di mucche e capre al pascolo e naturalmente di sentieri che conducono in diverse rive del lago. Esperienza che pensiamo di fare nei prossimi giorni. Intanto ci godiamo la vista del lago e successivamente un bel giro a cavallo. Inutile dire che Cristina, la mia piccola, è entusiasta non solo di vedere i cavalli ma di poterli cavalcare. Ho proprio l’impressione che sta per nascere una nuova passione!



Lorica appartiene a due comuni confinanti: San Giovanni in fiore e Casali del Manco. A questo punto decidiamo di recarci al parco avventura. L’ultima volta eravamo stati sulle Madonie in epoca pre COVID. Cristina aveva circa due anni e mezzo. Questa volta la vera protagonista è stata lei. Imbracata, munita di carrucola e moschettone, sperimenta l’ebbrezza di saltare da un albero all’altro. Io, per via dell’altezza, la osservo con il naso all’insù’.
A conclusione di questa giornata, decidiamo di andare a fare un giro nel bob. Ne vale veramente la pena anche se il tratto è breve. L’ebbrezza di scivolare su rotaie in mezzo al bosco non ha prezzo. Accanto alla pista da bob c’è un sentiero. Non resistiamo alla tentazione di percorrerlo. Dopo pochi metri si disvela la meraviglia della natura: alberi profumati e un ruscello dall’acqua limpida e fresca che ci tiene compagnia lungo tutto il percorso. Passeggiando in mezzo alla natura incontaminata, mi rendo conto di quanto ogni elemento sia perfetto e mi domando come può l’uomo deturpare questa casa meravigliosa che dovrebbe custodire e proteggere.

Lago Cecita, Monte Cupone, Camigliatello Silano- 4°giorno
Questa mattina sembra ci sia più caldo del solito.Dopo la nostra colazione ci avviamo verso il lago Cecita.
La meraviglia e lo stupore di Cristina di fronte all’imponenza degli alberi vale più di mille parole.
Dopo aver passeggiato intorno al lago Cecita, ci avviamo verso il Monte Cupone. Prima di partire, avevo letto di un centro visitatori con alcuni itinerari suddivisi in chilometri che avrebbero condotto al monte. Percorrendo uno degli itinerari proposti, c’imbattiamo nelle antiche costruzioni rurali del villaggio e proseguendo, speriamo d’incontrare qualche uccellino. La vegetazione mi ricorda Santiago.

Con grande sorpresa, c’imbattiamo nel museo della biodiversità che vale la pena di visitare per la ricchezza della collezione faunistica. Il Direttore ci spiega tantissime cose, ci racconta aneddoti.
Cristina lo ascolta con attenzione e curiosità e comincia porre tante domande sui gatti selvatici, sui pipistrelli, sui gufi, allocchi, coleotteri, farfalle, picchi , scriccioli e scarabei. Alla fine della visita, il direttore ci fa osservare e prendere sulla mano una bella tarantola che lui ha chiamato Jessica la rossa per le zampette rosse pelosette. Nonostante la mia titubanza nel prenderla in mano, alla fine mi sono convinta. Al tatto sembrava un piccolo cuscino di velluto morbido e delicato.






Per concludere la nostra esplorazione, ci spostiamo a Camigliatello silano in cui ero stata da bambina. Stranamente fa caldo, c’è molta gente. Decidiamo di comprare qualche prodotto tipico e di avviarci nuovamente in direzione di Lorica per continuare ad esplorare, rigorosamente a piedi, il lago. Molte delle nostre passeggiate si sono concluse all’imbrunire. In effetti,l’unica cosaci ferma è il buio. Fino a quando ci sono gli ultimi raggi di sole, continuiamo il nostro cammino.



I Giganti di Fallistro-5° giorno
Lascia che la pace della natura entri in te come i raggi del sole penetrano le fronde degli alberi. Lascia che i venti ti soffino dentro la loro freschezza e che i temporali ti carichino della loro energia.Allora le tue preoccupazioni cadranno come foglie d’autunno.
J. Miur

Prima di partire, avevo seguito uno speciale su Rai 1 su questa riserva del Fai. Inutile dire che passeggiare in mezzo ai giganti è veramente un privilegio. Ci sono alberi che sono stati piantati circa 600 anni fa e nella loro longevità ne hanno visto veramente di tutti i colori specie nel corso della seconda guerra mondiale. Proprio i Patriarchi, così li chiamano affettuosamente nella riserva, furono deturpati come bottino di guerra.











Passeggiare in mezzo a questi pini neri calabri permette anche d’incontrare, se si è fortunati, scoiattoli e picchi. La particolarità di questo luogo risiede nel fatto che la natura fa il suo corso, l’uomo non interviene ma si limita ad osservare.
Mellaro-Righitano – rifugio dello scoiattolo- 6°giorno
Tutto intorno a noi, quanto meno un tutto “naturale”, ci dice che stiamo andando troppo in fretta, che correndo non possiamo gustarci il viaggio, che la nostra mente corre, ma senza meta, senza direzioni e scopi precisi, e questo sarà per noi fatale.C’è qualcosa però, in questo silenzio che parla, che dobbiamo ascoltare e che, ospitale come un albero, ci chiama nella nera notte, bussa alle porte del nostro cuore: la vita.
C. Candiani
La nostra vacanza sta volgendo al termine e avverto già nostalgia di questi luoghi meravigliosi. Come a voler lasciare impresso nella mente, nel cuore e nella mente gli odori, i profumi della natura, percorriamo il sentiero Mellaro- Righitano che costeggia il parco avventura.
Camminiamo in mezzo al bosco. Il nostro passo è interrotto solo dal suono delle campane delle capre e delle mucche al pascolo. La mente fluttua con i pensieri e cerca pacificazione. I due anni appena trascorsi non sono stati semplici e tutt’ora non lo sono. Mi ritornano alla mente le parole dell’omelia di ieri: la vita è un soffio e noi ci affanniamo per avere “ una vita perfetta” ma non sappiamo realmente quanto ci resta. Possono essere vent’anni o semplicemente un giorno. Eppure ci comportiamo come se fossimo eterni, abbiamo la pretesa di voler controllare tutto, accumulare e costruire per poterci godere ogni cosa. Ma alla fine per cosa?
Mi risuonano nel cuore le parole del Qoelet e penso che sia opportuno comprendere quali siano le necessità e quali le priorità. Il tempo che abbiamo a disposizione non è infinito, il tempo è un dono per poter essere felici e rendere felici gli altri, alleviare dolore, asciugare le ferite di chi sta soffrendo.
Come investiamo il nostro tempo?
Osservo ancora una volta gli alberi, con le radici ben piantate nel terreno e le chiome che svettano verso l’alto, verso il cielo, verso l’eternità.
Tra gli alberi, nel volare libero degli uccelli, nel silenzio della montagna sento la sete, avverto la mia fragilità, la mia finitudine. Percepisco nettamente la Sua presenza, una dolce carezza paterna che non ha bisogno di tante parole e nelle sue mani onnipotenti pongo tutta la mia vita.













Il rientro
Dopo un caffè e una colazione leggera, so che devo ritornare a casa e che dovrò combattere contro la cappa non solo ambientale ma anche esistenziale. La realtà delle situazioni che vivo non posso cambiarla, sui fatti oggettivi c’è poco da fare, non c’è alcun controllo. Può però cambiare il mio atteggiamento, il modo di reagire a determinate situazioni. So che mi occorre tempo e non sarà indolore ma devo provarci.
A me stessa e a tutti coloro che si trovano in difficoltà, lascio le parole di Faber.
A chi sta attraversando
il suo buio
Dico soltanto di non mollare.
Ci siamo finiti tutti
in quel posto maledetto
dove il freddo ti morde le ossa
e il silenzio ti piove nel cuore.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di allontanarsi
da chi dice di darsi una mossa
di smettere di piangersi addosso.
Quella gente vuole farvi del bene.
Ma non sa cosa dice.
Quella gente lí dove siamo finiti noi.
Non c’è mai arrivata.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di avere coraggio.
Bisogna stringere i denti.
E aspettare che il sole riprenda a brillare.
A chi sta attraversando
il suo buio
dico soltanto di credere
nella poesia.
Negli occhi di chi
quella strada l’ha già ritrovata.
C’è un cielo
di qua che vi aspetta
con un panorama di sogni
da togliere il fiato.
