εἶδος

Ero in macchina con Cristina questa mattina. Un’assolata mattina di giugno, il primo giorno di vacanza per la mia bambina. Occhiali da sole, sandali, zainetto e pronte in direzione della Marina di Libri.

Ferma per il traffico, tra i suoni assordanti di clacson impazziti, immersa tra i mille rumori della cittá, ecco che mi torna alla mente un ricordo, una sensazione, uno stato d ‘ animo, un colore.

Intorno a me, tutto scompare e riemerge dal fiume impetuoso della mia memoria, la sagoma netta, nitida, senza cornice di mia nonna, una donna austera, non particolarmente bella ma dall’animo buono e limpido. Insieme, nella calda estate di Palermo, quando i miei erano al lavoro, io restavo con lei che mi portava dappertutto, facendomi assaggiare bocconi di vita fatti di silenzi ma anche di riflessioni e lezioni di vita.

Ero piccola e non avevo gli strumenti per capire a fondo cosa intendesse dirmi sebbene riuscissi a sentire vividamente i battiti del suo cuore, una melodia malinconica e dolce allo stesso tempo.

Mi lascio avvolgere da questa tenera carezza che la memoria mi dona, ingrano la prima e ricomincio a percorrere orizzonti inaspettati.

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