Balarm nel cuore della Valtellina

Carissimi lettori vicini e lontani, con grande piacere oggi vi presento il progetto imprenditoriale e culinario di un giovane e talentuoso chef  di Palermo che ha deciso di fare conoscere le leccornie sicule ad una terra che l’ha accolto e l’ha affascinato così tanto da fargli lasciare l’isola.

Vi sembrerà assurdo ma comprendo questo duplice amore. Del resto non ho mai fatto mistero di quanto apprezzi la Valtellina, la  sua cucina( w i pizzoccheri!) e le sue meravigliose bellezze naturali.
Giuseppe dunque ha deciso di intraprendere questo nuovo percorso professionale ed esistenziale chiamando il locale Balarm e attribuendo come simbolo la testa di moro, un atto d’amore verso la sua città natale.


Giuseppe, ringraziandoti per il tempo che ci stai dedicando, ti chiedo com’è nata l’idea di aprire Balarm?

Balarm è nato dal desiderio di condividere un progetto culinario di cui potesse far parte la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato.


Qual’è l’idea gastronomica di Balarm?

Desidero che i nostri clienti possano apprezzare i sapori, gli odori e i profumi della pasticceria e rosticceria siciliana, rispettando anche le tradizioni del territorio in cui ci troviamo.


Cosa proponete ai vostri clienti? 

Ogni giorno proponiamo menù che prevedono piatti della tradizione siciliana e della cucina valtellinese che possano essere apprezzati da tutti i tipi di palato, anche i più esigenti. Credo fermamente che il buon cibo sia condivisione, calore e relazione.


Qual’è il rapporto con il territorio?

Valorizziamo il territorio scegliendo, mediante i nostri fornitori, alimenti di alta qualità, rispettando la stagionalità dei prodotti e la reperibilità degli stessi.


Perché avete scelto la testa di moro come logo?

La testa di moro è uno dei simboli più conosciuti della nostra Palermo e della Sicilia in generale. Volevamo mantenere vivo il legame con la nostra terra natale.


Quali sono i sogni e le aspettative per questo nuovo progetto?

Desideriamo che ogni cliente possa sentirsi accolto.Il mio pensiero è rivolto anche a tutti coloro i quali sono lontani da casa. Spero che i nostri clienti possano inoltre apprezzare i prodotti che offriamo.


Che consiglio daresti a chi desidera intraprendere la tua stessa strada?

Ai giovani mi permetto di dire che solo la determinazione e il sacrificio sono la chiave vincente per realizzare i propri sogni. Mai arrendersi!

Da palermitana e da amante della buona cucina, invito tutti coloro che si trovano nei pressi di Sondrio, a concedersi una piacevolissima sosta da Balarm. Lì troverete un’accoglienza calorosa e una professionalità fuori dal comune. Vi sentirete a casa e non vorrete più andar via, ve lo assicuro.
Ringrazio Giuseppe per il tempo che ci ha dedicato e ad maiora per questo meraviglioso progetto!

I taralli siciliani

Quest’oggi, in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, vi propongo la ricetta dei taralli siciliani. Si tratta di dolci da forno molto semplici da preparare.

Ingredienti:

500 gr di farina 00

100 gr di strutto

125 gr di zucchero

125 ml di latte

2 uova

1 bustina di lievito o 40 grammi di ammoniaca

Limone grattugiato

Succo di limone

Per la glassa:

100 gr di zucchero a velo

succo di limone

Latte q.b

Procedimento:

In una terrina dai bordi alti ponete tutti gli ingredienti. Ricordate il lievito e il latte devono essere messi all’ ultimo. Impastate il composto che non appena risulterà morbido e ben amalgamato andrà impastato su una spianatoia.Non appena avrete ottenuto un impasto omogeneo, ricavate dei bastoncini che andrete ad unire formando una ciambella. Dopo aver ricavato tante ciambelline, ponete in forno a 200 gradi per circa 15 minuti.

Nel frattempo preparate la glassa con lo zucchero, il limone e il latte.

Non appena i biscotti sono pronti, lasciate raffreddare e successivamente versatevi la glassa a filo. Ponete nuovamente i biscotti in forno a 150 gradi per cinque minuti, giusto il tempo che la glassa si solidifichi.

Buon appetito e buona festa dell’Immacolata.

Mettetevi la mascherina

A tutti quelli che si attaccano alla frase “aveva patologie pregresse” come a una zattera nel mare in tempesta, ricordo che parliamo di un ragazzo le cui fantomatiche patologie pregresse consentivano di svolgere un’attività lavorativa e, non ultimo, andare a ballare e divertirsi in Costa Smeralda come altri coetanei.È morto di insufficienza respiratoria acuta determinata da polmonite interstiziale.Se poi aveva il colesterolo alto o l’unghia incarnita questo non modifica il senso generale del discorso che dovrebbe essere chiaro a tutti.Di Covid si può morire, a qualunque età.Leggo che si muore anche di infarto, e sono d’accordo, infatti esistono le unità coronariche.Ma un cardiopatico che ti starnutisce in faccia non ti fa diventare un cardiopatico.Quindi mettetevi quella stracazzo di mascherina”.-

Marco Mura, medico del reparto di Radiologia dell’ospedale S.S. Trinità di Cagliari

Paese

 

 

Nel guscio dei tuoi occhi

sverna una stella dura, una gemma eterna.

Ma la tua voce è un mare che si calma

a una foce di antiche conchiglie,

dove s’infiorano mani e la palma

nel cielo si meraviglia.

Sei anche un’erba, un’arancia, una nuvola…

T’amo come un paese.

G. Bufalino

Biscotti Maria Stuarda

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Questa mattina vi propongo la ricetta dei biscotti Maria Stuarda, una ricetta che è nata probabilmente alla fine dell’Ottocento quando gli inglesi trascorrevano le estati in Sicilia.

Ingredienti:

  • 500 g di farina 00
  • 175 g di strutto
  • 175 g di zucchero
  • 1 uovo
  • 50 g di latte
  • 1/2 bustina di vanillina
  • 5 g di ammoniaca per dolci
  • sale
  • Marmellata di zucchina lunga
  • zucchero a velo

Procedimento

Impastiamo su una spianatoia la farina setacciata, lo zucchero, il sale, l’ammoniaca, la vanillina, lo strutto tagliato a pezzetti e l’uovo.

Se l’impasto risulta secco e duro, aggiungiamo un po’di latte. Quando avremo raggiunto un impasto omogeneo, rivestiamo con pellicola e lasciamo riposare in frigorifero per circa un’ora. Trascorso il tempo necessario, stendiamo la frolla e ricaviamo delle forme tonde. Su una sfoglia di pasta, aggiungiamo abbondante marmellata e facciamo delle strisce come si fa per le crostate. Poniamo a forno preriscaldato fino a quando non saranno dorate per circa 180 gradi. Lasciamo raffreddare e cospargiamo di zucchero a velo.

Marmellata di zucchina lunga

Probabilmente vi sembrerà strano preparare una marmellata con un ortaggio ma vi assicuro che ne vale veramente la pena. In Sicilia abbiamo una varietà di zucchina “lunga” che si presta a numerose ricette. Di questo consumiamo tutto, anche le foglie dette tenerumi.

Con la marmellata di zucchine, è possibile preparare i biscotti detti della Maria Stuarda secondo la ricetta originale, ormai difficili da trovare.

Ingredienti:

  • 1kg di zucchina lunga
  • 700 g di zucchero per ogni chilo di zucchina al netto della buccia
  • il succo di mezzo limone
  • vanillina
  • colorante verde: la punta di un cucchiaino da caffè

Procedimento

Puliamo le zucchine,togliamo i semi e tagliamole a tocchetti. Lessiamo in acqua facendo attenzione a non darle diventare gialle. Lasciamole sgocciolare in uno scolapasta per circa 12 ore. Tritiamole finemente in un mixer e successivamente raccogliamo la polpa in una pentola. Per ogni chilo di zucchina, aggiungeremo 700 grammi di zucchero e mezzo limone. Procediamo come faremmo per una normale marmellata. Aggiungiamo una bustina di vanillina e un pizzico di colorante verde.

Possiamo conservarla all’ interno dei barattoli con abbondante scorza di limone.

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Il timballo del Gattopardo

L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.”

Il Gattopardo, Tomasi di Lampedusa

Con queste parole, Tomasi di Lampedusa, autore del Gattopardo, descriveva una prelibatezza d’altri tempi: il pasticcio del monsù, passato alla storia come il timballo del Gattopardo. Si tratta di una ricetta molto ricca che vale la pena di provare almeno una volta nella vita. La ricetta originale prevede l’uso dei fegatini di pollo che personalmente non gradisco ma che, per onestà intellettuale, inserisco nella ricetta originale.

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Ingredienti:

  • 600 g di pasta brisée
  • 350 g di anelletti o maccheroni
  • 100 g di fegatini di pollo
  • 1 sovracoscia di pollo bollita
  • 250 g di polpettine di manzo
  • 1/2 cipolla
  • 2 uova sode
  • 80 g di parmigiano grattugiato
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 6 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • farina 0
  • burro
  • sale
  • pepe
  • 1 uovo

Procedimento

Per prima cosa cuociamo gli anelletti  in acqua salata. Tagliamo la cipolla e facciamola soffriggere con qualche cucchiaio d’olio. Tagliamo i fegatini di pollo in piccoli pezzi e poniamoli n padella, sfumiamo con il vino bianco. Lasciamo evaporare e lasciamo cuocere. In un altra padella cuociamo le polpette con un filo d’olio. Sfilettiamo il pollo bollito e le uova soda a cubetti. Mettiamoli da parte.

Quando la pasta sarà cotta, scoliamo e condiamo con i fegatini, la cipolla, le polpette e abbondante formaggio grattugiato. Stendiamo la pasta brisèè e foderiamo uno stampo imburrato ed infarinato. Poniamo la pasta con il condimento, cospargiamo con il pollo sfilacciato e le uova sode. Ricopriamo tutto con la pasta briseè. Sigilliamo bene i bordi e facciamo una piccola croce al centro del timballo. Spalmiamo un pò di rosso d’uovo e inforniamo a 180 gradi per 40 minuti. Una volta ultimata la cottura, lasciamo riposare una decina di minuti prima di servire.

Sorbetto al gelsomino

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Quando io e Cristina ci rechiamo al mare, lungo la strada, raccogliamo sempre dei fiori di gelsomino che, in qualche modo, sono rappresentativi dell’estate siciliana.

Quest’oggi vi propongo la ricetta del sorbetto al gelsomino, rinfrescante e dal profumo delicato.

Ingredienti:

500 gr di Zucchero

150 gr di Fiori di gelsomino freschi

3 Albumi

Succo di limone q.b.

Acqua q.b.

Cannella

Procedimento:

Per prima cosa versiamo un litro d’ acqua in un contenitore con i boccioli di gelsomino e lasciamo macerare per 12 ore. Successivamente facciamo sciogliere 250 gr di zucchero in 2dl e portiamo a bollore.

Filtriamo l’acqua dei fiori di gelsomino e mescoliamola allo sciroppo di zucchero, aggiungendo mezzo limone e un pizzico di cannella. Uniamo al composto gli albumi montati a neve e versiamo il tutto in un contenitore in acciaio. Mettiamo il sorbetto in freezer per almeno 3 ore, avendo cura ogni mezz’ora circa, di mescolare il tutto. Prima di servire, vi consiglio di frullare il sorbetto.