In punta di piedi

Mia madre faceva la maestra. La ricordo di sera, dopo cena, china sullo stesso tavolo dove poco prima c’erano i nostri piatti, a correggere i compiti dei suoi alunni. Non usava la penna rossa per evidenziare gli errori, li sottolineava invece con un pastello verde chiaro, come le prime timide foglie di primavera.Una di quelle sere che non avevo sonno e mi piaceva starle accanto a leggere Topolino, le chiesi perché quel colore invece del rosso che usavano tutte le altre maestre.Mi rispose senza alzare la testa da quei fogli :- È che nelle cose degli altri devi entrarci in punta di piedi, specialmente quando hai il compito di correggerne gli errori. Il rosso è un urlo, un’accusa alla quale non si può replicare. Dice “Tu hai sbagliato!” con il dito puntato contro.Il verde è gentile, come una piantina che cresce e per farlo ha bisogno di sostegno. Il verde non demolisce, sostiene.”È vero, è “in punta di piedi” che dovremmo correggere gli errori, i nostri compresi.

Web

La maestra invisibile

Le scuole chiudono e riaprono. In un solo mese di scuola si sono registrati diversi casi accertati e sospetti di Covid 19 che hanno messo in panico e gettato ulteriore ansia ad una situazione già precaria. Ogni giorno, quando mi reco a scuola, insieme alle borsa, ai libri, alle casse e a tutto il necessario per poter svolgere lezione serenamente, mi ritrovo ad indossare un camice, una visiera e una mascherina che insieme agli occhiali, come una sorta di congiura, contribuiscono ad appannare tutto al punto da non riuscire a vedere nulla.Neanche il bambini riescono a distinguere nulla. Potete solo immaginare la fatica fisica e lo stress psicologico ed emotivo che scandiscono le ore. Non posso abbracciare i bambini, posso solo cercare di confortarli con le parole e con dei gesti alla lontana ingabbiati da una situazione più grande di noi. Eppure, nonostante tutto, ci sono sempre loro che ti guardano e ti osservano con i loro occhioni.

In una delle giornate trascorse insieme, ecco che ancora una volta solo loro, i più piccoli a insegnarmi a guardare il mondo da un’altra angolazione. Io infatti mi riscopro, e non mi piace, stressata e anaffettiva, ma loro vedono in me una sorta di strano super eroe dal volto invisibile sul quale si divertono a costruire storie ed avventure.

Dai bambini c’è sempre da imparare e in questo mondo terrificante, alla fine loro fanno la differenza e ti aiutano ad andare avanti.

I figli si perdono già in casa…

Quest’oggi desidero condividere con voi una riflessione che ho trovato sul web e che ritengo possa aiutare a farci riflettere un attimo.

In questi ultimi giorni, a seguito anche del Covid, noi insegnanti ci troviamo costretti a dire i No che i genitori non hanno il coraggio di dire e talvolta, purtroppo, ci troviamo a dover “educare” anche le famiglie, a sensibilizzare continuamente circa la responsabilità personale e altrui per il rispetto delle regole specie in tempi così difficili.

4A177DA9-8D9B-41FC-B918-7F50F411F805

I figli non si “perdono” per strada. Quella perdita, infatti, inizia dentro casa, con gli stessi genitori assenti, con quella madre che è sempre impegnata, con una montagna di necessità che vengono ignorate e di frustrazioni che non vengono risolte. Un adolescente si allontana dopo un’infanzia satura di distanza e di un amore che non ha mai saputo educare, orientare, aiutare.

Iniziamo chiarendo il fatto che esistono sempre delle eccezioni.Ovviamente, a perdere sono bambini che sono cresciuti in ambienti ricchi di armonia, ma che hanno un comportamento disadattivo oppure adolescenti responsabili che sono riusciti a mettere distanza tra loro e un parente tossico. Esistono sempre alcuni casi che sfuggono alle dinamiche classiche quando ciò che accade giorno dopo giorno in una casa segna in modo irrimediabile il comportamento generale dei bambini.

In realtà, e per quanto possa sembrare curioso, un padre o una madre non sempre riescono ad accettare del tutto questo tipo di responsabilità. Infatti, quando un bambino mostra comportamenti aggressivi a scuola, per esempio, e i professori si mettono in contatto con i suoi genitori, è comune che la famiglia dia la colpa al sistema, all’istituto scolastico stesso e alla comunità scolastica perché “non sanno educare”, perché non intuiscono le sue necessità e non usano le giuste strategie.

Anche se è vero che, per quanto riguarda l’educazione di un bambino, tutti noi siamo “agenti attivi” (scuola, mezzi di comunicazione, organismi sociali…), è la famiglia a piantare e a far crescere nel cervello del piccolo il concetto di rispetto, le radici dell’autostima o il seme dell’empatia.

Mettetevi la mascherina

A tutti quelli che si attaccano alla frase “aveva patologie pregresse” come a una zattera nel mare in tempesta, ricordo che parliamo di un ragazzo le cui fantomatiche patologie pregresse consentivano di svolgere un’attività lavorativa e, non ultimo, andare a ballare e divertirsi in Costa Smeralda come altri coetanei.È morto di insufficienza respiratoria acuta determinata da polmonite interstiziale.Se poi aveva il colesterolo alto o l’unghia incarnita questo non modifica il senso generale del discorso che dovrebbe essere chiaro a tutti.Di Covid si può morire, a qualunque età.Leggo che si muore anche di infarto, e sono d’accordo, infatti esistono le unità coronariche.Ma un cardiopatico che ti starnutisce in faccia non ti fa diventare un cardiopatico.Quindi mettetevi quella stracazzo di mascherina”.-

Marco Mura, medico del reparto di Radiologia dell’ospedale S.S. Trinità di Cagliari

Ricominciare con il Covid

 

 

E così, senza rendercene conto, ci ritroviamo a settembre con tante incognite sul prossimo futuro. Mi ero illusa a giugno che con l’estate il virus sarebbe scomparso e che alla fine avremmo ricominciato la nostra vita quotidiana. Mi sbagliavo. Ho preso proprio una bella cantonata!

Proprio questa sera, ho notato che abbiamo sforato i 2000 casi e sinceramente sono agitata perchè continuo ad avere la sensazione che non abbiamo la situazione sotto controllo. Tutti dicono tutto e il contrario di tutto.

A Palermo hanno chiuso due cliniche, in un ospedale hanno cancellato tutte le visite ambulatoriali e temo che i numeri dei positivi continuerà a crescere.In queste ultime settimane, hanno ripetuto costantemente che con il virus dobbiamo imparare a convivere ma non riesco a farmene una ragione.

Noi insegnanti abbiamo bisogno di ricominciare, di riprendere la nostra vita lavorativa che, certamente, non può ridursi ad uno schermo e non sarà mai più quella di prima. Allo stesso tempo, i bambini hanno bisogno della scuola, una comunità dove poter maturare esperienze, scoprendo nuove cose ogni giorno, divertendosi e istaurando relazioni con i compagni. Ma mi chiedo se riusciremo a farlo in sicurezza per il bene di tutti e di ciascuno.

Il flauto di Pan con le cannucce!

 

7DACD10E-B3D8-401B-88F3-576D4EC53DA3

Tra qualche settimana, comincerà la scuola. Spero vivamente che questo avvenga in sicurezza. Intanto vi propongo un divertente lavoretto da poter realizzare con i bimbi. Si tratta del flauto di pan con le cannucce. I bambini si divertiranno un mondo!

Occorrente:

25 cannucce  a diametro largo per bibita

Nastro adesivo

forbici

Procedimento:

Ci serviranno circa  25 cannucce  e il nastro adesivo. Su un piano di lavoro tagliamo un pezzo di nastro adesivo e successivamente poniamoci sopra le cannucce, avendo cura di farle aderire per bene l’una all’altra. Ripassiamo il nastro anche al di sopra in modo tale da fissarle. Successivamente tagliamo le punte in forma diagonale.

 

Il quadernetto delle vacanze

Questi ultimi mesi del secondo quadrimestre sono trascorsi velocemente tra virus, quarantena e mascherine. I bambini, come ho avuto modo di scrivere più volte, sono quelli che hanno perso di più in tutta la drammatica storia che abbiamo vissuto e che, ahimè, stiamo continuando a fronteggiare.  In questo periodo, quando si è in classe, si comincia a sentire il profumo dell’estate, l’entusiasmo dello svegliarsi tardi, del recarsi in spiaggia. Questo è anche il periodo in cui di solito si fa la fotografia di classe, si prepara la recita di fine anno, si completano le verifiche e si comincia a pensare a qualche attività da lasciare ai bambini durante l’estate.

Quest’oggi desidero condividere un quadernetto delle vacanze gratuito, prodotto da Melania, stimata collega e ideatrice del canale youtube “Melania, libro infinito”. Si tratta di un quaderno che ha l’obiettivo di consolidare , in un modo semplice e leggero, tutte le competenze che i bimbi dell’infanzia hanno sviluppato e raggiunto.

Di seguito vi invio il link. Il pdf è in descrizione.

Impressioni sul 18 maggio

Cherry and Olive

Ieri, 18 maggio, è stato il giorno della grande riapertura. Mi sono svegliata con un gran trambusto di macchine e motori ed un gran vociare di persone che si auguravano il buongiorno. Ho provato sentimenti contrastanti perchè, se da un lato è giusto  e dignitoso riprendere la propria attività lavorativa, d’altro canto però la confusione alle sette del mattino mi è sembrato un preludio a quello che si sarebbe consumato un paio d’ore dopo. Assembramenti, macchine posteggiate in maniera selvaggia, persone sprovviste di mascherina e, diciamola tutta, atteggiamenti di irresponsabilità. Alla fine, vista la gran confusione, ho deciso di restare a casa e di rimandare ciò che avrei dovuto fare.

Che ci sia uno slancio ottimistico ed entusiasta ci sta, ma ritengo che questo debba avvenire sempre nel rispetto degli altri prima di tutto.

Mantenere le distanze, evitare gli assembramenti, indossare la mascherina non è roba da ipocondriaci e paranoici, è piuttosto essere consapevoli che abbiamo vissuto mesi difficili e complicati. Non dimentichiamoci che i nostri figli, i più piccoli in particolare, hanno dovuto rinunciare ad un percorso formativo di crescita, non dimentichiamo tutte le occasioni perdute e principalmente il grande sacrificio del personale sanitario nel combattere l’emergenza.

In ultimo, ricordiamoci che non ne siamo ancora venuti fuori e che i numeri che la protezione civile registra in questi giorni, sono il frutto del lockdown delle settimane scorse.

Vedremo tra un paio di settimane quanto certi comportamenti andranno ad influenzare il nostro futuro. Mi auguro di essere esagerata e di potermi sentire ripetere ancora: “Gioia, i contagi sono quasi zero. Esci e vivi serena”.